Audio tour 02-L'età arcaica
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Dal VI secolo a.C., nel corso dell’età arcaica, quasi 2600 anni fa, Catania definisce la sua forma urbana, cresce dal punto di vista economico e sociale e consolida i rapporti politici e commerciali con le altre città calcidesi di Sicilia e della madrepatria. Oltre a ciò la città organizza il suo territorio agricolo delimitato dal Simeto a Sud e dall’Alcantara a Nord, espandendosi grazie alla pratica dei matrimoni misti.
Le città calcidesi subiscono nel V secolo a.C. l’espansione di Siracusa, dove dal 494 a.C. Ippocrate di Gela fonda la dinastia dei tiranni Dinomenidi, capaci di controllare un territorio che, in breve tempo, da Agrigento si espande fino a Zankle, l'antica Messina, fondamentale per il controllo della Sicilia orientale e dei traffici commerciali nel Mediterraneo.
Nel 476 a.C., circa 2500 anni fa, dopo la conquista del tiranno siracusano Ierone I, la città muta profondamente: la popolazione calcidese viene trasportata a Leontinoi, come ci racconta lo storico Tucidide, e Katane, ora denominata Aitna, è ripopolata con cittadini di origine dorica, come i siracusani, o con mercenari provenienti dal Peloponneso.
Per un quindicennio, fino al 461 a.C., Aitna vive sotto il dominio siracusano e non ci sono molte tracce archeologiche di questo momento, a prescindere dalle monete. A Ierone I, dopo la morte, nel 466 a.C., furono tributati onori divini, come fosse un nuovo ecista, ricordato nella monetazione della città e nelle opere letterarie commissionate al poeta tragico Eschilo e al poeta lirico Pindaro.
A questo periodo si deve inoltre la celebrazione del culto delle dee della fertilità Demetra e Kore, madre e figlia, che diventa importantissimo in tutta la Sicilia conquistata dai Dinomenidi. Infatti i tiranni si fecero considerare sacerdoti della dea e furono capaci di coinvolgere anche la popolazione di origine indigena che praticava riti agrari collegati ad una divinità femminile. E’ in questa fase che nella stipe di Piazza San Francesco si trovano statuette di Kore del tipo con fiaccola e porcellino.
Questa situazione durò fino al 461 a.C.: i tiranni vennero scacciati e Tucidide ci racconta che i calcidesi ritornarono da Leontinoi a Catania e ribattezzarono la città, chiamandola nuovamente Katane, mentre i cittadini di origine peloponnesiaca andarono a fondare una nuova Aitna, nel territorio di Adrano o Paternò, nella città sicula prima chiamata Inessa. In questo senso sarebbero spiegabili allora nuovi onori ad Evarco, ecista calcidese, la cui memoria sarebbe stata ripresa proprio in questa fase.
Volete conoscere le tracce archeologiche di quest’epoca? Procediamo coi nostri racconti!
La voce narrante di questa scheda è di Francesca Manfrè.
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