Museo diocesano "Mons. Aurelio Sorrentino"

Nell'ala tardo-settecentesca del Palazzo arcivescovile espone frammenti lapidei, dipinti, oreficerie e tessuti databili tra XV e XX secolo.
Síguenos

Istituito da mons. Giovanni Ferro il 25 gennaio 1957 e inaugurato il 7 ottobre 2010, il Museo diocesano di Reggio Calabria è sito al pianterreno dell’ala tardo-settecentesca del Palazzo arcivescovile adiacente alla Cattedrale. 

Il percorso espositivo ha avvio nel portico con la sezione Frammenti di memoria: la Cattedrale di Maria SS. Assunta a Reggio Calabria che espone, in particolare, frammenti degli arredi marmorei della Cappella del Crocifisso eretta nel 1715.

Nell’Aula didattica sono esposti alcuni dipinti esemplari del patrimonio pittorico diocesano: tra essi  la Resurrezione di Lazzaro attribuita a Francesco De Mura (terzo decennio sec. XVIII).

La sezione dedicata a La celebrazione del Sacrificio Eucaristico propone la ricostruzione stilizzata di un altare sul quale è collocata quale pala una tela raffigurante l’Immacolata e santi, opera di ambito siciliano (primo trentennio sec. XVII). Ai lati è una selezione di oggetti propri dell’arredo d’altare e di vasi sacri per l’Eucarestia: in particolare, un paliotto in tessuto di seta ricamato ascrivibile al Seicento e un servizio di cartegloria del 1771, opera di argentiere messinese.

La sezione dedicata all’Adorazione e Custodia dell’Eucarestia espone, in particolare, un prezioso fastigio di tabernacolo in argento del 1864, appartenuto alla Confraternita dei SS. Crispino e Crispiniano e un parato in Gros de Tour bianco ricamato in oro, manifattura dell’Italia meridionale (ultimo quarto sec. XVIII).

Nella sezione Arte per la liturgia risalta una legatura di Messale in argento sbalzato e traforato su velluto (Gaetano Pane, 1838).

La sezione Il Tesoro delle Cattedrali ha l’intento di documentare le distinte identità storica e religiosa delle antiche sedi episcopali di Reggio Calabria e di Bova, fuse con nel 1986, e delle comunità ecclesiali ad esse legate. Tra le pregevoli opere selezionate provenienti dalla Cattedrale di Maria SS. Assunta, sono l’ostensorio raggiato di Francesco Jerace, realizzato nel 1928 in occasione del I Congresso Eucaristico regionale svoltosi a Reggio Calabria e le tre anfore per gli Oli santi dell’arcivescovo Alberto Maria Capobianco (1787-1789). Dalla Concattedrale di Santa Maria Isodia a Bova proviene un inedito calice con Storie della Passione a sbalzo su piede, fusto e sottocoppa, opera di una bottega d’Oltralpe (primi decenni sec. XVII) e il reliquiario a braccio di San Giovanni Theresti datato 1778.

Nella sezione Il vescovo committente di opere d’arte si espongono, in particolare: per l’Arcidiocesi di Reggio, il bacolo pastorale di mons. Matteo de Ricci, arcivescovo di Reggio dal 1453 al 1490, pregevole opera di oreficeria napoletana, un prezioso Crocifisso in avorio (seguace di Alessandro Algardi, sec. XVIII), un calice e un ostensorio appartenuti all’arcivescovo Mariano Ricciardi (1855-1871), un calice in argento e smalti dono nel 1879 della regina di Spagna Maria Cristina di Svezia al cardinale Luigi Tripepi (fratelli Demarquet, 1879) e un San Michele arcangelo in alabastro, donato al card. Gennaro Portanova nel 1894; per la Diocesi di Bova, un piviale in damasco di seta rosso con lo stemma del vescovo Giovanni Camerota (1592-1622) e il pastorale di monsignor Antonio Spedalieri (1764-1791).

La sezione successiva dedicata a Arte e devozione: le confraternite esibisce vasi eucaristici, oggetti liturgici e processionali connessi allo svolgimento dei riti e delle funzioni di alcune confraternite reggine. Tra le opere esposte assoluto rilievo rivestono una croce penitenziale in legno e argento (argentiere meridionale, 1826) e pregevoli manufatti tessili appartenuti alla Confraternita della SS. Annunziata: in particolare, un parato nobile in broccato di seta policroma, opera di manifattura lionese (secondo quarto sec. XVIII).

Lo spazio espositivo Arte e devozione: il culto dei Santi espone, in particolare, le corone del busto marmoreo cinquecentesco della Madonna Isodia di Bova (argentiere messinese, 1614); due coppie di candelabri rimossi dalla Vara processionale della Madonna della Consolazione, dei quali due, con Angelo reggicornucopia, sono opera del napoletano Catello del 1885; pregevoli reliquiari, tra i quali un particolare reliquiario a tabella polimaterico proveniente dalla Cattedrale di Bova (bottega meridionale, sec. XIX).

Lo spazio tematico conclusivo, denominato Il segno sacrale dei paramenti, espone vesti liturgiche di provenienza, manifattura e tipologia decorativa differenti: in particolare, una dalmatica in velluto contro tagliato viola ascrivibile a manifattura catanzarese (seconda metà sec. XV) e un piviale in tessuto “a giardino” databile agli inizi del sec. XVIII.

 

 

¡Cree sus propias audioguías!

La utilización del sistema y la app de guía para móvil es gratuita

Iniciar

App preview on iOS, Android and Windows Phone