Tour audio 5. Le necropoli
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Fuori dalle mura della città sono state identificate con precisione due aree necropolari, una a occidente e una settentrionale. Nella Necropoli Occidentale, ossia quella collocata nell’area di corso Prestinari, Via Testi, via Asiago, via Parini, il rito prevalente ma non esclusivo era quello crematorio con deposizione delle urne in semplici fosse; mentre in quella settentrionale, situata nei pressi del Duomo, il rito prevalente era probabilmente quello inumatorio con la presenza di una maggiore monumentalità. Le sepolture forniscono molti dati interessanti e utili per la ricostruzione delle società antiche: i defunti venivano infatti sepolti con un corredo che li caratterizzava e che può fornire agli archeologi numerose informazioni. Le donne, ad esempio, potevano essere accompagnate nell'Aldilà da balsamari e contenitori per profumi e cosmetici, specchi e pettini, vasellame, aghi da cucito, fusaiole per la filatura ed altri oggetti che ne connotavano il ruolo e l'estrazione sociale.
Un esempio particolare è quello della tomba della cosiddetta "maga" (Tomba n. 70), una sepoltura a cremazione all'interno della quale sono stati rinvenuti alcuni oggetti inusuali: una collana-amuleto, una lucerna con scena erotica, un anello con gemma incisa. Ella non doveva essere una sobria matrona dedita alla casa e alla famiglia, ma una donna che esercitava poteri analoghi a quelli delle sagae, ossia le maghe-fattucchiere e indovine cantate da Apuleio, o ancora una lupa, donna libera nel campo delle pratiche sessuali.
Un altro caso interessante di sepoltura a cremazione è quello della Tomba n. 59 rinvenuta nell'area necropolare di Corso Prestinari. L'eccezionalità del ritrovamento è dovuta alla presenza di un raro bicchiere in vetro verde con tre volti femminili a rilievo. Accompagnavano la defunta anche un insolito cestello in vetro, tre balsamari vitrei tubolari, un balsamario sferico in vetro giallo, un dado in osso e due pedine da gioco che potrebbero suggerire la passione per il gioco, un castone in vetro e l'obolo di Caronte, la moneta che ad oggi ha permesso di datare questa sepoltura tra la fine del I secolo d.C. e gli inizi del II secolo d.C.
Il rito crematorio prevedeva l'erezione di un rogo funebre sul quale veniva collocato il defunto assieme ad alcuni elementi del suo corredo. Una cerimonia di questo tipo era molto costosa soprattutto per via dell'alto costo del legname, che doveva essere abbondante per assicurarsi una corretta cremazione. Le ossa combuste venivano in seguito raccolte e collocate in un'urna cineraria, di varie fogge e materiali.
Il rito inumatorio invece prevedeva il seppellimento del corpo e del corredo o in una fossa in nuda terra o in una cassa in legno, lastre di pietra o mattoni sesquipedali. I più ricchi invece si facevano seppellire all'interno di sarcofagi di marmo riccamente decorati, molti dei quali rinvenuti proprio nella necropoli del Duomo e oggi conservati al Museo Leone.
I romani erano soliti collocare al di sopra della sepoltura, dei segnacoli o delle stele funerarie per ricordare il nome del defunto. Naturalmente i ceti più poveri venivano sepolti nella nuda terra con corredi molto semplici, oppure in fosse comuni come capitava a coloro che non avevano una famiglia, ai delinquenti e alle prostitute.
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