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Tour audio 1. Il villaggio dei Libui

I Libui erano una popolazione proveniente dal Nord Europa di origine celtica che tra il V e il IV secolo a.C. si insediò a Vercelli. Il territorio vercellese all’epoca si presentava morfologicamente molto diverso da oggi: vi erano piccole alture sulle quali si costituirono una serie di villaggi sparsi alternati a zone pianeggianti e palustri, quindi malsane. Una delle ipotesi sull'origine del nome latino, Vercellae, si fonda proprio su questa particolarità dell'abitato dei Libui: il nome dell'antica città potrebbe essere giustificato dalla pluralità stessa del villaggio.
I Libui vivevano in capanne realizzate in materiali deperibili, ossia argilla, paglia e legno, delle quali ad oggi sopravvivono solamente le tracce in negativo lasciate dai pali di sostegno conficcati nel terreno. Testimonianze in questo senso sono state rinvenute nel centro cittadino, in piazza Cavour, Corso Libertà, via Laviny, via Cavour, via Quintino Sella, via Fratelli Bandiera, via San Cristoforo e via Giovenone. Inoltre, in via Nigra sono state rinvenute alcune sepolture pre-romane che hanno permesso di individuare una necropoli celtico-libua, frequentata dal V al I secolo a.C.. Le tombe erano costituite da piccole fosse all'interno delle quali veniva inserita l'urna cineraria chiusa da una ciotola rovesciata; accompagnava il defunto un corredo costituito da vasellame e suppellettili a seconda del sesso e dello status. 


La prima sala conserva una serie di reperti rinvenuti nell'abitato dei Libui; tra gli oggetti principali vi sono forme ceramiche di diverse dimensioni, tra cui spiccano ciotole, olle globulari, tegami e contenitori da fuoco più recenti con pareti caratterizzate da decorazioni incise e impresse, di tradizione celtica. La ceramica poteva essere sia ad impasto grezzo che depurata e modellata a tornio lento. Altri ritrovamenti comprendono vaghi di collana in vetro, elementi in bronzo, crogioli. Molto interessanti risultano soprattutto questi ultimi  che testimoniano l'economia e il grado di maturazione artigianale di questa popolazione: essi infatti fondevano metalli per realizzare oggetti.    Non si è ancora certi dell'origine delle tre monete celtiche rinvenute nel Vercellese e donate al Comune verso la fine dell'Ottocento; alcuni studiosi ritengono che esse siano riconducibili ad officine del Nord Europa.

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