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Tour audio Sala 6, sezione di archeologia preistorica: necropoli dell'Età del Bronzo

La penultima sala dedicata alla sezione di archeologia preistorica, accompagna il visitatore alla scoperta dei rituali funerari durante la media Età del Bronzo. Di notevole importanza è l’esposizione di una sepoltura rinvenuta nella zona dell’attuale Corso Piave e che all’epoca doveva essere destinata a necropoli. All’interno della tomba, si possono osservare i resti ossei di un individuo maschile deposto in posizione supina, adagiato probabilmente all’interno di un tronco o di una stretta cassa di legno, con il cranio reclinato sulla spalla, il braccio destro disteso lungo il fianco, il sinistro ripiegato sul bacino, le gambe parallele.

Il defunto è stato seppellito avvolto in un mantello, fermato sulla spalla da uno spillone e, in prossimità dei piedi, è stata collocata una piccola tazza, contenente probabilmente idromele, birra o altra bevanda fermentata di bacche (more, sambuco, corniolo, uva selvatica…). A partire dalla media età del Bronzo nelle tombe di guerrieri è frequente la collocazione di vasi collegati al simposio e al banchetto (calderoni, tazze, colini e situle); essi costituiscono probabilmente un riflesso nel rituale funerario dell’importanza attribuita a particolari momenti di socializzazione, di cui il banchetto e la bevuta comunitaria rappresentavano un modo per sottolineare rapporti di potere e di prestigio personali.

Gli oggetti esposti nelle vetrine testimoniano, invece, la pratica di un altro rituale funerario: la cremazione, con la raccolta dei resti ossei e del corredo all’interno di cinerari di ceramica. Le urne, in alcuni casi coperte da una lastra di pietra, erano collocate in pozzetti scavati nel terreno; talvolta l’impiego delle lastre aveva lo scopo di determinare una struttura di protezione, che in alcuni casi arriva a definire una cassetta litica. Lastre di copertura e segnacoli costituivano elementi a vista, che consentivano l’identificazione delle sepolture per una complessa sfera di rituali che non si esauriva con il momento della deposizione del cremato, ma si protraeva nel tempo con attività cultuali in memoria dei defunti. Le sepolture non erano disposte a file parallele, secondo il rituale dei Campi d’Urne, ma sembrano articolarsi a nuclei sparsi, che verosimilmente rispecchiano raggruppamenti di clan famigliari.

Nella necropoli si sono rinvenute numerose fosse con frustoli carbonizzati, frammenti di ossa combuste di animali e parti di recipienti di uso domestico riferibili ad uno stesso contenitore, probabilmente frantumato intenzionalmente. Probabilmente destinate ad accogliere i resti di offerte vegetali e animali collocate sul rogo, le fosse indiziano la presenza di riti e di culti che potevano svolgersi in occasione della sepoltura o anche in momenti successivi.

Una spada di bronzo, rinvenuta isolata al limite nord-occidentale del sepolcreto, spezzata in due parti ed inserita verticalmente all’interno di una fossa stretta e allungata, quasi la traccia di un palo, sembra potersi interpretare come un’offerta di fondazione nel momento in cui veniva destinata all’utilizzo funerario l’area pianeggiante a ridosso delle colline.

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