Tour audio 4. Le domus

Nell'antica Vercellae esistevano numerose abitazioni private, alcune delle quali molto lussuose denominate domus. Un'area residenziale è stata rinvenuta nella zona cosiddetta del Brut Fond, nei pressi del tribunale: alcuni affreschi parietali sono stati asportati e riallestiti nella Sala 4 dove unitamente ad un proiettore che mostra immagini di mosaici e piani pavimentali rinvenuti in alcune domus cittadine, contribuiscono a ricreare l’atmosfera di queste antiche abitazioni. Dal punto di vista costruttivo sappiamo che le pareti iniziarono ad essere realizzate in muratura a partire dal I secolo a.C.; le pareti interne, al di sopra di zoccolature in opera mista (ciottoli e frammenti laterizi), avevano alzati in argilla cruda su incannucciato vegetale, sul quale veniva steso l'intonaco.

Le ricche case romane erano costituite da molteplici ambienti; entrando nella domus ci si imbatteva subito nell'atrium, dotato di impluvium, una vasca utile a raccogliere l’acqua piovana. Vi erano poi i cubicola, ossia le stanze da letto, solitamente una sala da pranzo (triclinium), uno o più studioli (tablinium), uno o più portici con giardini; i più ricchi potevano possedere terme private e giardini (horti) con fontane e giochi d'acqua. Una delle particolarità delle domus è che avevano rare e piccole aperture verso la strada; l'illuminazione degli ambienti quindi proveniva principalmente dalle aperture interne verso l’atrio ed il giardino. Alcuni ambienti potevano inoltre essere dotati di riscaldamenti pavimentali (in quanto i bracieri oltre a scaldare annerivano molto le pareti e gli arredi) non dissimili da quelli utilizzati negli impianti termali. 

Invece le abitazioni dei ceti medio-bassi erano palazzi su più piani realizzati in materiale in parte povero, quindi facilmente soggetto a crolli e incendi. Queste dimore erano molto piccole, sovraffollate e vertevano in pessime condizioni igieniche.