Áudio tour

Áudio tour 3. La città

Con la romanizzazione i municipia subirono una serie di trasformazioni edilizie e urbanistiche , avvenute attorno al I secolo a.C.: le fragili abitazioni dei Libui vennero man mano sostituite da dimore più solide, realizzate in mattoni e ciottoli legati da malta; si moltiplicarono gli edifici pubblici prendendo a modello quelli già esistenti nell'Urbe, secondo quel principio di adeguamento ai valori della società romana che stava verificandosi in ogni provincia. Infatti sorsero anfiteatri, mura, domus, teatri, terme, porti, botteghe, grandi edifici pubblici, piazze e templi. Tale fenomeno si verificò anche a Vercelli, dove è testimoniata l'edificazione di possenti mura, di un anfiteatro (fine del I secolo d.C.), di un impianto termale pubblico (fine del I secolo d.C.), di edifici pubblici, di un porto-canale, di una caupona (metà del I secolo d.C.) e di numerose domus riccamente decorate. 

Non si conosce ancora l'esatta estensione delle mura, né l’ubicazione del Foro, né il tracciato del cardo e del decumano (quest'ultimo forse riconducibile all’attuale corso Libertà). Delle mura sono state rinvenute tracce in via Quintino Sella e in via San Cristoforo, in corrispondenza dell'edificio della Questura; è probabile che il loro circuito coincidesse con l'attuale percorso dei viali. 


L'anfiteatro di Vercelli, molto simile per dimensioni a quello di Nimes (132 m x 102m -133 m x 101 m), probabilmente aveva un importante sviluppo in elevato; è proprio da questa zona che provengono diversi materiali marmorei di rivestimento quali cornici e lastre, come il frammento di piccolo capitello di parasta a rilievo con un delfino e un geco. Sembra che l’edificio fosse anche dotato di un velario tenuto teso da corde e pesi in piombo, di cui si è trovato un esemplare. Da un vasto ambiente quadrangolare adiacente all'anfiteatro provengono invece numerose stoviglie, a testimoniare probabilmente il consumo di pasti in loco. Gli spettacoli infatti potevano durare diversi giorni; era quindi necessario che tali strutture fossero dotate di tavole calde


Le terme vennero edificate tra la fine del I secolo e gli inizi del II secolo d.C. L'impianto termale è stato scavato solo in parte e attraverso vari interventi. Ciò che ad oggi è evidente è una grande sala a pianta centrale del diametro di 20 metri circa, sulla quale si aprono absidi poco profonde, visibile in via Simone da Collobiano. Tale ambiente doveva essere un calidario, ossia una sala riscaldata dotata di una vasca-piscina con gradini per facilitarne l'accesso e potersi sedere. Nella sala infatti furono rinvenute delle suspensurae, ossia dei pilastrini che avevano la funzione di creare una intercapedine sorreggendo il pavimento sovrastante. In questo modo l'aria calda prodotta da grandi forni (praefurnia) circolava al di sotto dei pavimenti, riscaldando in maniera uniforme gli ambienti.


Al di fuori delle mura inoltre sono state identificate due necropoli: una occidentale, nei pressi di corso Prestinari, Via Testi e via Asiago ed una settentrionale, collocabile nei pressi del Duomo.

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