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Tur audio Vetrina gufo reale

Un rapace notturno deve muoversi rapidamente nell'oscurità per poter cacciare con buone probabilità di successo. Egli ha quindi bisogno di continue informazioni circa la sua posizione e l'eventuale presenza di una preda, nonché di ostacoli sulla sua traiettoria.

Il senso dell'udito, assai sviluppato, può garantirgli la riuscita della predazione notturna: i rapaci notturni hanno infatti le membrane del timpano molto estese, coclee piuttosto ampie e i centri acustici cerebrali ben sviluppati. Inoltre essi hanno dischi facciali, formati da penne rigide e sottili, che agiscono come riflettori parabolici dei suoni, focalizzandoli agli orecchi e amplificandoli. Questi predatori sono in grado di localizzare la sorgente del suono, riuscendo ad apprezzare differenze di pochi centesimi di millisecondo. Inoltre la visione stereoscopica, o binoculare, dovuta alla posizione frontale degli occhi, è capace dí fornire informazioni anche in condizioni di scarsa o scarsissima luminosità. Anche la forma tubolare dell'occhio favorisce la visione notturna perché aumenta il campo di intensità della luce in cui gli occhi possono funzionare. Pure l'olfatto è potenziato, come in tutti gli uccelli carnivori, giocando un ruolo importante nella ricerca del cibo. Gli artigli affilati consentono dí afferrare e uccidere la preda e il becco ricurvo di lacerarla. Tutti i rapaci notturni, o Strigiformi, godono d'un volo silenzioso che riduce al minimo il rumore del battito delle ali che, ampie ed estese, permettono di remigare come se galleggiassero. Le penne remiganti sono provviste di frange irregolari che hanno l'effetto di attutire ogni colpo di vento. Inoltre la loro superficie superiore ha una trama ondulata, utile a smorzare il rumore.


Il Gufo reale Bubo bubo, il maggiore degli Strigiformi europei, abita le regioni boscose dove sono presenti aree rupestri, strapiombi rocciosi con ampi anfratti, cenge riparate ideali per la nidificazione. E' comunque un rapace notturno raro, difficilmente avvistabile per l'habitat inaccessibile. E' un predatore con una dieta fra le più ampie: dallo scricciolo al gallo cedrone, dalle rane alle vipere, quindi insetti, crostacei, toporagni, ghiri e ricci, volpi e caprioli neonati, gheppi, poiane, civette, gufi, allocchi... possiamo definirlo un superpredatore per eccellenza.
Abitudini
II Gufo reale è un ottimo volatore, durante la notte perlustra ampi tratti del suo territorio, allontanandosi dal nido o dal suo posatoio diurno per un raggio di 4-8 km, ma talvolta fino a 10-14 km se la disponibilità di prede diminuisce. Alcuni studi confermano che sull'Altopiano le prede più ambite sembrano essere i ricci, i ratti (catturati nelle discariche di rifiuti) oltre che le lepri e i galliformi.

La sua presenza quassù è accertata nelle valli più incise, nidificando a quote inferiori ai 1700 m di altitudine s.l.m., ma individui in caccia o giovani erratici sono segnalati fin verso i 2000 metri. Questo Strigide è strettamente sedentario e l'abbondanza di prede nel territorio di nidificazione è ovviamente uno dei fattori principali della densità di popolazione.

Il territorio a disposizione di ogni coppia varia da 1400 ettari, in aree molto favorevoli, fino a 10.000- 15.000 ettari. Il  suo ambiente ottimale di sopravvivenza richiede la presenza dei siti adatti alla nidificazione, di radure, prati ed anche aree umide con varietà di prede. Anche le discariche di rifiuti domestici urbani possono costituire riserve di caccia per questo imponente rapace notturno, presentando tuttavia per lui rischi di contagio o di avvelenamento anche letale.

La dieta

La quantità dí cibo dipende dal contenuto di energia della preda, detraendo i costi energetici dovuti alla caccia e alla preparazione del cibo. Le prede migliori e convenienti sono quelle più numerose, come i roditori che possono essere ingoiati interi. Se dal suo appostamento, un Gufo reale, riesce a intercettare una grossa preda, da vero opportunista potrà investire energie ignorando di fatto le prede di qualità inferiore e avere quindi un contenuto energetico superiore, nonostante i tempi più lunghi per la preparazione.

Molte borre, i rigurgiti di parti indigeste, contengono resti di prede di taglia medio-grande affatto disarticolate, a dimostrazione che la preda grossa viene manipolata, scarnificata e che probabilmente alcune sue ossa lunghe vengono fratturate o non ingoiate. I resti delle prede più piccole, non richiedendo manipolazione alcuna, risultano invece preservati.

Quali rischi per la specie?
La sua imponenza, la sua forza, le sue dimensioni con un'apertura alare molto ampia (160-188 cm), Io espongono a rischi di incidenti anche mortali. Le principali cause sono l’ incoercibile bracconaggio, gli investimenti stradali, l'urto contro i cavi aerei (teleferiche, condutture elettriche e telefoniche) ecc... Gli esemplari più colpiti sono gli immaturi e i giovani durante il periodo di dispersione, poiché gli adulti territoriali risentono meno di questi incidenti per l'esperienza acquisita e per l'abitudine a frequentare posatoi noti.

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