Audio tour 06-L'età romana repubblicana
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Dopo la conquista romana di Siracusa nel 212 a.C., oltre 2200 anni fa, la città di Katane, divenuta ormai in latino Catina, ottenne autonomia territoriale e ci fu una forte ripresa economica e mercantile.
Era annoverata fra le civitates decumanae - cioè quelle costrette a pagare la tassa chiamata “decima”, dalla decima parte del loro prodotto - e il suo territorio divenne presto ager publicus Populi Romani, affidato cioè in affitto a cittadini romani che trovarono utile trasferirsi a Catina.
L’afflusso di questi imprenditori italici per lo sfruttamento agricolo della Provincia Sicilia era certamente agevolato dallo sviluppo del sistema di produzione schiavistico.
Durante la prima guerra servile, che si svolse fra il 136 e il 132 a.C., Catania fu conquistata dagli schiavi ribelli e sottoposta al breve dominio monarchico del sirio Euno, che si fece chiamare Basileus Antiochus.
Le frequenti sommosse, le razzie nel territorio, le ripetute eruzioni dell’Etna degli anni 141, 135 e 123-121 a.C. danneggiarono seriamente la produzione agricola, tanto che il Senato romano decise che per dieci anni gli abitanti venissero esentati dal pagamento delle tasse.
L’eruzione del 123-121 a.C., una delle tante che, come osserva il geografo Strabone, generarono l’eccezionale fertilità dei luoghi, trova riscontri archeologici nella domus trovata nell’Ex Reclusorio della Purità e alcuni studi scientifici ne hanno ritrovato traccia fino a Malta!
Le ricche residenze databili tra il II e il I sec. a.C. ai Benedettini si devono forse a programmi di ricostruzione dopo questi fenomeni e documentano la ricchezza delle classi abbienti. Si costruiscono case a peristilio, ovvero con giardini circondati da portici, disposte a terrazze sul piano della collina, secondo un'urbanizzazione che appare molto fitta e si espande a nord della collina di Montevergine seguendo assi, fino a quell'epoca fuori dalla città, come quello di Via Sant’Euplio in cui, sotto la Rinascente, furono trovate case di questo periodo poi riutilizzate come zona di necropoli; sotto palazzo Sangiuliano si trovano case di quest’epoca, con pavimenti in opus signinum, ovvero un pavimento nel cui impasto cementizio si inserivano delle tessere in pietra.
Nell’area sacra del tempio di Demetra non si trovano materiali successivi al III sec. a.C. per cui si è ipotizzato in quest’epoca un abbandono del santuario o, per lo meno, lo spostamento del tempio di "Cerere". Il culto di Demetra, infatti, è ora assimilato a quello di Cerere, dea delle messi, con un sincretismo religioso attestato dallo scrittore Cicerone nelle sue Verrine.
La voce narrante di questa scheda è di Claudia Motta
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