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Museum Villa Pojana

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Benvenuti a Villa Pojàna a Pojàna Maggiore. Io sarò la vostra guida per tutto il tour delle stanze.  Osserva, ascolta, ammira. 

In Pogliana [...] è la sottoposta fabrica del Cavalier Pogliana: le sue stanze sono state ornate di pitture, e stucchi bellissimi [...], le stanze grandi sono lunghe un quadro, e due terzi, e sono in volto [...]" così lo stesso Palladio nel secondo dei suoi Quattro Libri dell'Architettura presenta la sua Villa Pojàna.

L’edificio si trova davanti a una corte del Quattrocento, un tempo castello vescovile risalente al Decimo secolo, dominato da una torre. Il progetto di Palladio prevedeva la sistemazione di tutta l’area intorno con la costruzione della casa padronale, rustici agricoli con giardini, un frutteto e spazi per la vita rurale. Tuttavia, fu realizzato solo in parte.

La villa, molto apprezzata dalla critica, si trova in fondo alla corte ed è sopraelevata su un basamento che contiene ambienti di servizio. La facciata presenta una serliana che è caratterizzata da una doppia ghiera a cinque tondi, che apre a una loggia secondo uno stile ispirato all’architetto Bramante.

La Villa fu commissionata intorno al 1546 da Bonifacio Pojàna, esponente di una famiglia vicentina che, per i servizi offerti alla Repubblica di Venezia durante la guerra della Lega di Cambrai, ricevette in dono una vasta proprietà in queste fertili campagne. Con l’arrivo della Pax Veneta, le campagne tornarono ad essere sicure e il rinnovato interesse per l’agricoltura spinse molti nobili a investire grandi capitali in opere di bonifica e nella coltivazione su larga scala di prodotti agricoli. Tra le classi più agiate, insieme all’attenzione per la gestione delle terre, si diffuse anche il piacere – divenuto una vera e propria moda – di trascorrere il periodo estivo in villa, che coincideva con i raccolti e la vendemmia, unendo così interessi economici, momenti di svago e passioni culturali.

La famiglia Pojàna era da tradizione dedita al mestiere delle armi e lega la sua storia al piccolo paese a cui presta il nome. Il Palladio ne i 4 libri dell’architettura descrive Bonifacio Pojàna come Cavalier Pogliana e continua affermando che questo gentil’l’uomo, come quello che è magnifico, è di nobilissimo animo, non ha mancato di fare tutti quegli ornamenti e tutte quelle commodità che sono possibili per rendere questo suo luogo bello, dilettevole e commodo. Di Bonifacio Pojàna non si sa la data di nascita ma sappiamo un’altra data: quella del contratto dotale della moglie Piera di Bernardino Porto che coincide con il 1545. Non ebbe figli, quindi dispose che la sua eredità andasse ai suoi nipoti.

La popolazione locale ha sempre preferito chiamare la villa Bella Giuditta in seguito a un’errata interpretazione di una delle tre statue poste sul timpano del fronte dell’edificio. Qui vediamo una figura femminile che imbraccia una testa che erroneamente si faceva riferire a Giuditta con la testa decapitata di Oloferne. In realtà una interpretazione storica più attenta ci suggerisce che le tre statue che sovrastano l’edificio sono l’allegoria delle arti: a sinistra la pittura, al centro la scultura e a destra l’architettura. 

Del complesso progettato a fianco della villa non fu tutto realizzato: del completamento della costruzione della barchessa nord ne abbiamo la conferma, fu iniziata con una serie di colonne in stile tuscanico, mentre l’edificio che collega il corpo della villa e la barchessa fu oggetto di modifiche da architetti successivi, difformi rispetto all’idea del Maestro Palladio. Importante sottolineare che molti progetti del Palladio furono iniziati e poi bruscamente interrotti perché intervennero difficoltà economiche per i committenti che costrinsero la sospensione della costruzione. I lavori per la realizzazione delle ville palladiane impegnavano le nobili famiglie per più generazioni, ne abbiamo la prova con un nipote di Bonifacio, Nicolò, che intraprese l’ampliamento della villa con diversi lavori. Questa villa si presenta molto più contenuta rispetto alle ville palladiane progettate nella sua maturazione. L’idea progettuale è elaborata intorno alle idee delle figure geometriche primarie ossia cerchio, quadrato, rettangolo, triangolo. Questa scelta progettuale crea uno stile essenziale, pulito, semplice e austero. La villa è realizzata con materiali relativamente poveri come il laterizio, segno che c’era una grande attenzione alle dinamiche di spesa connesse con l’avanzamento del cantiere. L’intonaco esterno finge una decorazione in pietra squadrata tentando di far cogliere al visitatore una superficie dell’edificio più costosa e nobile.

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