Audio tour Esterno della casa
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La casa di Domenico Savio a Mondonio, situata vicino alla cappella dell'antico cimitero, è una modesta abitazione rurale che evoca quella di Don Bosco. Composta da due stanze per piano, era poco illuminata e spartana. Le stanze al piano terra erano una cucina, con un focolare ancora visibile, e una stanza utilizzata come camera da letto per Domenico al suo ritorno da Valdocco, dove morì nove giorni dopo.
L’ambiente era essenziale: la cucina serviva anche per riscaldarsi durante l'inverno, quando la famiglia si rifugiava spesso nella stalla di un vicino. Per accedere al piano superiore si usava una scala di legno esterna, oggi scomparsa, che portava alla bottega del padre di Domenico, Carlo Savio, fabbro di mestiere. La bottega, dotata di una forgia e un’incudine, era affiancata dalle camere da letto della famiglia: una per i genitori e i figli più piccoli, un’altra per gli altri bambini.
La casa era in affitto dai fratelli Bertello e fu teatro di molti eventi dolorosi: oltre a Domenico, vi morirono la sorella Maria a 11 anni, Luigia a 15 mesi, Guglielmo a 12 anni e la madre nel 1871. Dopo queste perdite e il trasferimento del padre a Torino nel 1879, Giovanni, l'ultimo figlio rimasto, si trasferì dagli zii.
Dopo l’uscita della famiglia Savio, la casa passò a vari inquilini fino al 1917, quando fu acquistata dai Salesiani per preservarne la memoria.
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