Audio tour Il Borgo di Lapedona
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Update Required To play the media you will need to either update your browser to a recent version or update your Flash plugin.Lapedona è un comune collinare d’impronta medievale. Reperti di età picena e romana testimoniano una intensa colonizzazione del territorio fin dall’antichità.
Ma è nel periodo Longobardo che vi si estende la presenza dei benedettini, soprattutto della comunità Farfense, e vi si accresce gradualmente l’autorità del vescovo di Fermo; e in tutto il territorio della Marca Fermana, iniziano a sorgere pievi, corti, e castelli feudali.
Il più antico codice dell’Archivio di Fermo, il Liber Jurium Episcopatus Firmi, noto come Codice 1030, contiene documenti che danno notizie sui due castelli di San Martino e di Saltareccio, che oggi rappresentano due riferimenti fuori le mura.
La prima volta che compare il nome di Lapedona è in un documento del 1148 quando, il vescovo di Fermo, Liberato, conferma all’eremo di Santa Croce di Fonte Avellana il possesso di chiese e beni nella diocesi fermana, tra cui la chiesa di San Quirico intra castellum qui dicitur Lapedona.
Dai pochi riferimenti, non si hanno documenti che attestino il periodo di fondazione dell’attuale centro abitato. Tuttavia, nessuna delle chiese presenti all’interno dell’attuale paese risulta negli elenchi delle decime prima del 1299, solo nel 1302 si ha notizia della chiesa di San Giacomo e una lapide che, ricordata nelle relazioni di visite pastorali del 1728 e del 1842, attestava che la costruzione della chiesa di San Giacomo era stata ultimata nel 1321.
Alcuni studiosi ipotizzano che l’originario castello di Lapedona inglobasse la chiesa di San Quirico e che, agli inizi del Trecento sorse l’attuale centro storico, con il fenomeno dell’incastellamento e il trasferimento dei titoli rurali delle chiese. Il castrum Lapedone figura nell’elenco dei castelli che Aldobrandino d’Este, marchese di Ancona, assegna alla città di Fermo il 10 giugno 1214 “cum hominibus in dictis castellis habitantibus et eorum podiis et villis”, ma l’effettiva dipendenza da Fermo di Lapedona e dei castelli vicini, è da riferirsi piuttosto al 1238, quando il vescovo conte di Fermo Filippo Secondo affida al comune tutte le proprietà della chiesa, dal fiume Potenza a nord fino al Tronto a sud.
Da quell’anno Lapedona diviene castello della città di Fermo e ne segue le alterne vicende. - 1 Palazzo Comunale
- 2 Piazza Leopardi
- 3 Chiesa San Nicolò
- 4 Chiesa San Giacomo e Quirico
- 5 Contrada Da Capo
- 6 Chiesa S. Maria degli Angeli
- 7 Il Vecchio Lavatoio
- 8 Porta da Sole
- 9 Calzecchi Onesti
- 10 Largo Mazzoni
- 11 Panorama Sud
- 12 Scuola Elementare
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Ma è nel periodo Longobardo che vi si estende la presenza dei benedettini, soprattutto della comunità Farfense, e vi si accresce gradualmente l’autorità del vescovo di Fermo; e in tutto il territorio della Marca Fermana, iniziano a sorgere pievi, corti, e castelli feudali.
Il più antico codice dell’Archivio di Fermo, il Liber Jurium Episcopatus Firmi, noto come Codice 1030, contiene documenti che danno notizie sui due castelli di San Martino e di Saltareccio, che oggi rappresentano due riferimenti fuori le mura.
La prima volta che compare il nome di Lapedona è in un documento del 1148 quando, il vescovo di Fermo, Liberato, conferma all’eremo di Santa Croce di Fonte Avellana il possesso di chiese e beni nella diocesi fermana, tra cui la chiesa di San Quirico intra castellum qui dicitur Lapedona.
Dai pochi riferimenti, non si hanno documenti che attestino il periodo di fondazione dell’attuale centro abitato. Tuttavia, nessuna delle chiese presenti all’interno dell’attuale paese risulta negli elenchi delle decime prima del 1299, solo nel 1302 si ha notizia della chiesa di San Giacomo e una lapide che, ricordata nelle relazioni di visite pastorali del 1728 e del 1842, attestava che la costruzione della chiesa di San Giacomo era stata ultimata nel 1321.
Alcuni studiosi ipotizzano che l’originario castello di Lapedona inglobasse la chiesa di San Quirico e che, agli inizi del Trecento sorse l’attuale centro storico, con il fenomeno dell’incastellamento e il trasferimento dei titoli rurali delle chiese. Il castrum Lapedone figura nell’elenco dei castelli che Aldobrandino d’Este, marchese di Ancona, assegna alla città di Fermo il 10 giugno 1214 “cum hominibus in dictis castellis habitantibus et eorum podiis et villis”, ma l’effettiva dipendenza da Fermo di Lapedona e dei castelli vicini, è da riferirsi piuttosto al 1238, quando il vescovo conte di Fermo Filippo Secondo affida al comune tutte le proprietà della chiesa, dal fiume Potenza a nord fino al Tronto a sud.
Da quell’anno Lapedona diviene castello della città di Fermo e ne segue le alterne vicende.
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