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Audio tour 08-Il gioco dei falsi e l'uso strumentale della storia

Lo sapevate che i documenti storiografici e cartografici dei secoli XVI e XVII su Catania antica sono spesso basati su falsificazioni clamorose, architettate ad arte per conferirle maggiore prestigio rispetto a Messina e a Palermo?

Proprio alla manipolazione della storia a fini campanilistici si può riferire la nascita di molte tradizioni sui monumenti antichi, spesso ancora radicate, come ad esempio quella sul Circo Massimo (detto anche Cerchio maggiore), a nostro avviso inesistente, o perfino quella sull’elefante, simbolo di Catania.
Gli artefici di questa complessa operazione, quattrocento anni fa, furono Ottavio D’Arcangelo, Pietro Carrera e Giovanni Battista De Grossis, che trovarono ispirazione per le loro ricostruzioni in un’opera del 1592, il Chronicon Urbis Catinae di Lorenzo Bolano, studioso certamente più attendibile. La sua opera, a lungo inedita, purtroppo ci è pervenuta proprio grazie alla trascrizione di questi storiografi.
Combriccola di falsari”, li ha definiti agli inizi del Novecento lo storico catanese Virginio Casagrandi. Grazie a studi più recenti è oggi possibile attestare l’origine fantastica di numerosi monumenti antichi di Catania come l’Arco e il Ginnasio di Marcello e la Naumachia. 

 

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La voce narrante di questa scheda è di Chiara Fiocco

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